Autore 

Rodcenko, Aleksandr Michajlovic

San Pietroburgo, 1891 - Mosca, 1956

Aleksandr Michailovic Rodcenko, pittore, designer, scenografo teatrale, architetto, scultore e fotografo russo, fu una delle figure centrali del costruttivismo russo. Figlio dello scenografo Michail Michajlovic Rodcenko e della lavandaia Ol'ga Evdokimovna, studiò all'istituto d'arte della città di Kazan, dove conobbe la futura moglie e artista Varvara Stepanova; si interessò alla poesia di Vladimir Majakovskij e da questa si accostò alle nuove correnti del futurismo e del suprematismo russo. Capofila del costruttivismo russo e poi della sua deriva più radicale, il produttivismo, fu segnato dalle opere di Tatlin e Malevic, al quale si opporrà in seguito. Trasferitosi a Mosca nel 1916, come molti altri artisti del tempo si avvicinò al movimento astratto. La sobria e semplice serie dei lavori realizzati sino al 1915 cedette il posto a opere più complesse e colorate alle quali si dedicò per tutto il periodo della Rivoluzione d'ottobre. Nel frattempo, iniziò a cimentarsi nella scenografia teatrale, nel disegno per mobili, nel disegno industriale e nella scultura, come dimostrano una serie di studi per lampade e le sue 'costruzioni spaziali', sculture geometriche astratte consistenti in forme aperte di metallo o legno. Negli anni Venti realizzò molte opere di grafica, inclusi manifesti pubblicitari e lavori tipografici ed editoriali, così come le illustrazioni per l'opera del suo amico poeta Vladimir Majakovskij ("Di questo", 1923), e crea locandine cinematografiche ("Cine-occhio" di Dziga Vertov, 1924) impiegando le tecniche del collage del fotomontaggio: nel 1921 firma con la moglie il "Manifesto produttivista" che proclama "abbasso l'arte, viva la tecnica!" ed espone all'Obmokhou. Dopo il 1924, si dedicò sempre più alla fotografia e ai film, arti nelle quali applicò il marcato uso della prospettiva tipica del costruttivismo. Inizialmente dedito al ritratto (tra cui quelli degli amici Ossip, Brik e Majakovskij), nel corso degli anni (sino al 1928, per abbandonarlo definitivamente nel 1940) compone immagini a partire da vedute urbane, folle e sfilate, sportivi, soldati, artisti circensi e più generalmente edifici, macchine, barche e tutto ciò che illustra le attività agricole e industriali. Lo stile delle composizioni è sicuro, come dimostra uno tra i suoi scatti più celebri "La giovane con la Leica" del 1934, in cui ricorre all'impiego delle linee diagonali, all'equilibrio nell'asimmetria, ai contrasti di luce/ombra, al gioco della grana. Le sue inquadrature sono inattese, mentre gli effetti di basculaggio rendono i suoi motivi più dinamici; le riprese dal basso, dall'alto e in primo piano gli consentono di invertire i soggetti. Le sue fotografie sono state frequentemente impiegate per copertine di libri, riviste e locandine e per fini propagandistici nella rivista "SSSR na stroike" ("L'edificazione dell'Unione Sovietica"). Lo stile delle sue fotografie costruttiviste, essenza dell'estetica della Nuova Fotografia, anche dopo essere stata rifiutata dal regime comunista, ha segnato profondamente il realismo sovietico

IMMAGINI da 25 a 25 su un totale di 25
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Rodcenko, Aleksandr Michajlovic
Mar Baltico, chiatte che entrano in una chiusa