Refocus2: La cura. Italia del post-lockdown - Pandemia: covid-19 - Casa: interno - Ritratto femminile: donna anziana con le braccia di Fulvio Ambrosio, nipote - Tenersi per mano - Affetti

fa parte di una sequenza cronologica pensata come polittico lineare con lettura da sinistra verso destra: questa è la stampa 13/14

DATI TECNICI
DALLA SERIE
La Cura

La serie "La Cura", realizzata da Fulvio Ambrosio nel 2020, è stata selezionata nell'ambito del bando REFOCUS #2, open call per progetti fotografici nell'Italia del post-lockdown, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura (allora MiBACT) in collaborazione con Triennale Milano e Museo di Fotografia Contemporanea nel settembre - novembre 2020. La call aveva l'obiettivo di individuare 20 progetti fotografici di artisti under 40 tesi a narrare l'Italia nel periodo post-lockdown, inteso nel senso più ampio di una condizione che, a partire dall'emergenza sanitaria, attraversasse l'attualità per proiettarsi verso un futuro anche lontano. "Riavvicinarsi dopo essere stati lontani. Una fantasia di cura, un desiderio di riavvicinamento. Durante il lockdown per avere cura delle persone amate bisognava essere distanti. Dopo il lockdown il desiderio più forte è stato quello di tornare in contatto, di ri-sperimentare una fisicità che era stata sostituita per troppo tempo da surrogati informatici. Ho voluto curarmi di mia nonna dopo essere stati distanti, l'ho fatto nel modo in cui ero abituato: standole vicino e tenendole le mani. Ci siamo seduti l'uno di fronte all'altra e ho attivato una piccolo apparecchio fotografico che avevo fissato sul mio petto. La macchina scattava una immagine ogni cinque secondi, automaticamente, senza fare alcun suono e senza bisogno di premere il pulsante di scatto. In questa maniera potevo avere le mani libere per interagire con lei, non essendo occupato a tenere in mano l'apparecchio, a inquadrare o scattare. Ci siamo concentrati sullo stare insieme, sul contatto che mettevamo in scena e sui cambiamenti che avvenivano nella nostra interazione. Sapevamo entrambi che quella era una situazione preparata e che eravamo li per fare delle foto, ma nonostante ciò il contatto e stato autentico. Credo che la mia cura sia fatta di affetto, di prossimità. Ibrido la fotografia con i miei studi in psicoanalisi sulle relazioni. Riproduco degli elementi del setting clinico psicoanalitico con azioni performative fotografiche. La mano spunta all'interno delle inquadrature, protesa verso il soggetto. Il muro simbolico creato dalla presenza della macchina fotografica viene attraversato, rendendo permeabile la barriera che separa ciò che si trova davanti e dietro l'obiettivo. Il fotografo, che in genere rimane al di qua di questa barriera, in questo caso pone una parte di se stesso dentro il campo inquadrato, e diventa egli stesso parte della composizione." (Fulvio Ambrosio) (fonte: comunicazione autore, 2021, questionario artisti) ----------------------------------- "La cura" si concentra sul modo in cui, al termine del primo periodo di lockdown e del più rigido distanziamento sociale, le persone abbiano ripreso ad avvicinarsi fisicamente ai propri cari. L'autore ha creato un racconto visivo di come sia tornato a prendersi cura della nonna, puntando l'attenzione sull'idea di recupero del contatto, esemplificato da gesti semplici come toccarsi e tenersi per mano. Per l'occasione l'autore ha creato un dispositivo ad hoc, un piccolo apparecchio fotografico fissato al suo petto, impostato per scattare in automatico ogni cinque secondi. In questo modo le mani potevano restare libere per interagire con la donna seduta davanti, dedicandosi completamente alla relazione con lei. (fonte: Almanac of Suspension, p. 317)

AUTORE
Ambrosio, Fulvio

Fulvio Ambrosio (Napoli 1986). Si accosta giovanissimo alla fotografia, interessandosi al mondo del reportage. Nel 2004 inizia un progetto sui Balcani che lo porterà diverse volte in Serbia, Bosnia e Croazia e che verrà esposto nel 2011 al museo MADR... SCHEDA AUTORE

FONDO
Refocus

Il fondo REFOCUS è costituito dalle stampe realizzate da quaranta giovani fotografi, individuati tramite selezione pubblica, che hanno saputo interpretare esperienze, situazioni e stati d'animo durante i mesi della pandemia da Covid-19. Le immagini r... SCHEDA FONDO